Corvelva ha pubblicato un nuovo report riguardante l'analisi dei metalli presente nei vaccini Infanrix Hexa, Hexyon, Priorix Tetra e Gardasil 9 e... sorpresa!
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I terribili metalli rinvenuti dal duo di nano scienziati Antonietta Gatti e Stefano Montanari sono assenti oppure abbondantemente entro le soglie di legge. Gli "studi" dei titolari della modenese Nanodiagnostics furono pubblicati nel gennaio del 2017 dalla rivista predatoria International Journal of
Vaccines & Vaccination.
Scriveva Graziella Morace per il
CICAP:
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Il libro di Antonietta Gatti e Stefano Montanari (click per ingrandire) |
L’allarme sulla presenza di particelle metalliche nei vaccini è stato
diffuso attraverso la pubblicazione di studi condotti dalla dottoressa
Gatti e dal dottor Montanari, studi che però non sono mai stati
assoggettati a revisione critica da parte di esperti indipendenti (la
cosiddetta peer-review). Infatti i loro risultati sono stati pubblicati dapprima in un libro e, più recentemente, in una rivista non indicizzata che ospita pubblicazioni a pagamento.
Quest’ultimo articolo, così come le altre pubblicazioni degli stessi
autori sul medesimo argomento, è assolutamente carente sul piano
dell’attendibilità scientifica. Oltre a numerosi errori, sviste e gravi carenze sperimentali ed interpretative dei risultati,
e all’assenza di informazioni dettagliate sui metodi di analisi
utilizzati per verificare la presenza di metalli pesanti e
nanoparticelle, fondamentali per permettere ad altri ricercatori di
controllare l’esperimento ed eventualmente riprodurlo, la pecca
principale è la mancanza di una preparazione di controllo, sia essa una
semplice soluzione fisiologica o un campione di un altro farmaco, il che
inficia completamente le conclusioni dello studio.
Estremamente critico anche il
Prof. Guido Silvestri, che ha definito lo studio
"un lavoro che sarebbe anche interessante se non avesse due problemi
essenziali. Il primo e’ che dimostra esattamente il contrario di cio’
che dice di dimostrare, ed il secondo e’ che non ha controlli. Un poco
come dire che Charles Manson sarebbe un grande filantropo, eccetto che
e’ un assassino e non ha mai donato una lira a nessuno".
Questa la versione integrale della critica mossa dal Prof. Silvestri allo studio dei due nanopatologi:
Il Prof.
Silvestri ha
commentato così, dal proprio profilo Facebook, quest'ultima perla infilata dagli indefessi no-vax di
Corvelva:
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Ora non resta che attendere le reazioni dei diretti interessati e di quanti, come
Vincenzo D'Anna (presidente dell'
Ordine Nazionale dei Biologi, che ha elargito un contributo - poi ritirato - di 10.000 euro a Corvelva) e
Franco Bechis, direttore de
Il Tempo, che il 23 dicembre scorso ha
lanciato l'allarme-vaccini dalla prima pagina del quotidiano senza preoccuparsi della benché minima verifica su quanto affermato dallo studio. L'articolo aveva suscitato la reazione dell'
Aifa, che ha replicato così:
I vaccini, come tutti i medicinali, devono rispettare gli standard di
produzione previsti dalle autorità nazionali e internazionali che ne
garantiscono l'elevata qualità e riproducibilità. In assenza di tali
requisiti, nessun vaccino può essere autorizzato e immesso in commercio.
Le autorità preposte effettuano controlli durante tutto il ciclo
produttivo del vaccino. Inoltre, prima della distribuzione sul mercato,
ogni singolo lotto è sottoposto a un ulteriore doppio controllo
effettuato, in modo indipendente, sia dall’azienda produttrice che da
una rete internazionale di laboratori accreditati, a loro volta
controllati da altri enti (in Italia l'Istituto Superiore di Sanità).
Solo i lotti che superano positivamente tali controlli possono essere
commercializzati.
I metodi di analisi utilizzati per verificare la qualità dei vaccini e
la presenza di eventuali contaminanti devono essere certificati e
conformi alle procedure e ai requisiti condivisi a livello europeo e
internazionale sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili. Per
garantire il necessario rigore scientifico ed essere validati, i
risultati di queste analisi devono essere verificabili e replicabili.
Le informazioni al momento rese disponibili da Corvelva non
presentano questi requisiti e quindi non forniscono dati utili per una
valutazione scientifica. Infatti non sono stati resi noti i laboratori
interessati e il tipo di certificazione eventualmente in loro possesso,
la validazione dei metodi e gli standard utilizzati nelle analisi
condotte.
Si fa inoltre presente che l'Agenzia Europea dei Medicinali ha già
fornito a Corvelva nell’agosto 2018 chiarimenti in merito alle procedure
di controllo sulla qualità dei vaccini a cui non si fa alcun
riferimento nell'articolo pubblicato.
Fabio Mazzei
Capo ufficio stampa Aifa
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Loretta Bolgan
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scatenando la replica di
Loretta Bolgan, consulente scientifico di
Corvelva, dell'
Ordine Nazionale dei Biologi e del
CoRIV (Coordinamento per la Ricerca e l’Informazione sulle Vaccinazioni), che si occupa di "
patologie pediatriche post-vaccinali" e che ha come scopo quello di fornire "
conoscenze e competenze per poter fornire ai genitori che hanno avuto figli danneggiati dai vaccini un supporto diagnostico-terapeutico, ma anche un supporto di consulenza medico-legale per aiutarli a gestire nel miglior modo possibile la realtà patologica dei loro bambini".
Devo sottolineare una cosa
importante una volta per tutte: Corvelva NON sta facendo un controllo
per il rilascio del lotto e NON ha richiesto di utilizzare metodiche
validate per le analisi dei lotti, come invece devono fare i produttori,
i laboratori accreditati e l’ISS. Quella che si sta conducendo è una
semplice indagine che si fa nella fase iniziale dello sviluppo di un
vaccino, cioè di screening. AIFA non puó richiedere metodi accreditati
per il rilascio del lotto, perchè sarebbero necessari anni per
validarli, e fuori del nostro proposito che non è quello di diventare un
ente certificatore del rilascio dei lotti, tanto più che non vengono
utilizzate le metodiche previste in farmacopea europea per le analisi
dei vaccini, ma metodiche di ultima generazione, non ancora acquisite in
farmacopea per questo scopo.
Ritengo del tutto evasiva ai nostri
quesiti la gravissima affermazione di non prendere in considerazione i
risultati presentati perchè non revisionati dalla comunità
scientifica... i metodi sono già riportati nella letteratura allegata ai
report, e comunque qui stiamo parlando di non conformità che esulano
dalla valutazione come ricerca scientifica perchè hanno un impatto sulla
salute pubblica. Spesso vengono ritirati medicinali dal mercato perchè
non conformi e non mi risulta che sia richiesta alcuna pubblicazione, si
ritirano i campioni e si analizzano. Punto.
Quanto al fatto che l’EMA
abbia risposto a luglio 2018 faccio presente che l’EMA ha sottolineato
che è di competenza dell’AIFA rispondere alle nostre domande per quanto
riguarda il Priorix tetra perchè di registrazione nazionale. E l’AIFA
risponde non con i dati analitici fatti sui lotti e studi di sicurezza
alla mano (visto che come da loro asserito i controlli sono già stati
effettuati dai produttori, dai laboratori accreditati, pagati dai
produttori, e dall’ISS spero non pagati anche questi dai produttori), ma
dicendo che l’EMA ci ha già risposto e che non prenderanno in
considerazione i nostri dati finchè non pubblicheremo.
Direi che qui la questione
prima che scientifica è di sicurezza per la salute, e se da un lato le
pubblicazioni sono in corso e seguiranno l’iter ortodosso per le peer
review, dall’altro non è eticamente corretto aspettare la pubblicazione
con peer review quando c’è anche il solo sospetto che un farmaco di
largo utilizzo, somministrato su popolazione pediatrica sana e anche
malata alla nascita, possa arrecare un danno per la salute.
Faremo anche le analisi di
secondo livello con ulteriori standard di controllo sulle analisi
chimiche e proteiche, ma era comunque necessario mettere a conoscenza i
destinatari delle vaccinazioni anche dei risultati delle analisi di
primo livello quindi preliminari, chiedendo a chi ha l’onere della prova
sulla qualità, sicurezza ed efficacia di rispondere!
d.ssa Loretta Bolgan
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