mercoledì 19 settembre 2018

Morire di omeopatia

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Titolo forte, potrebbe pensare qualcuno, visto e considerato che l'omeopatia non ha alcun effetto terapeutico se non quello di qualsiasi altro placebo, come ha di recente ribadito anche la Fnomceo.
Il problema sorge quando alcuni medici - fortunatamente pochi - di solito allo scopo di trarne un indebito profitto, si fanno prendere la mano e pretendono di "curare" malattie molto gravi, spesso mortali (come il diabete o il cancro) se non adeguatamente trattate, esclusivamente con l'omeopatia.
Roberto Gava
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Ricorderete senz'altro Roberto Gava, il medico e omeopata di Treviso guru dell'antivaccinismo italiano (assieme al suo degno compare Eugenio Seravalle) radiato dall'Albo nell'aprile dello scorso anno. Ebbene, questo ciarlatano, oltre a propinare la sempiterna bufala del nesso di causalità tra vaccini e autismo, sosteneva di curare, facendo propria la strampalata teoria di Tinus Smits (un omeopata olandese), proprio l'autismo con l'omeopatia.

Sarà un caso ma proprio a Treviso si sono verificati i primi tre casi che riportiamo. Che Treviso sia una sorta di Triangolo delle Bermude per la scienza?

Accadde a Treviso

  1. Ha convissuto per tre anni con un tumore al seno. Sapeva di averlo. Ma non ha fatto nulla. Perché? Difficile spiegare una scelta  incomprensibile. Per paura? Probabilmente sperava di riuscire a sconfiggere la malattia con cure alternative e con l'omeopatia. Quel che è certo è che dopo la terribile diagnosi la donna, una trevigiana di 49 anni con un figlio di 12 anni ha rifiutato ogni tipo di trattamento.
    I dottori con lei sono stati molto chiari: senza un intervento non avrebbe avuto possibilità di sopravvivere a lungo. Nonostante questa prospettiva, la donna ha rifiutato tutto per tre lunghi anni. Ha detto di no alla chemioterapia e ha respinto anche la possibilità di sottoporsi a un intervento chirurgico per asportare la massa tumorale. E inevitabilmente il suo quadro clinico è drasticamente peggiorato. Tanto che ora ha cambiato idea.
  2. Una cinquantenne di Treviso è morta lo scorso novembre per un tumore al seno "curato", dietro consiglio del proprio omeopata, solo con rimedi "naturali", e naturalmente è morta.
    «Si affidava ciecamente all’omeopatia e non voleva saperne di vedere un medico, né di assumere medicinali. Veniva seguita da un omeopata e adoperava rimedi "naturali" per favorire l’organismo - dice un amico della 50enne - Non voleva curarsi con la chimica, rifuggiva la medicina tradizionale, preferendo un approccio olistico e naturale. Forse all’ultimo momento potrebbe aver rivisto la sua posizione, dopo aver sposato l’omeopatia»
  3. Ancora a Treviso un episodio accaduto appena il mese scorso: una cinquantenne originaria di Conegliano è finita al pronto soccorso in pericolo di vita ed è stata operata d'urgenza per aver "curato" per tre anni (dietro consiglio del proprio medico) con l'omeopatia una cisti ovarica.
    Racconta Salvo Di Grazia (noto anche come Medbunker), che proprio a Conegliano presta servizio :
    «Si è rivolta a me una signora con un problema abbastanza grave alle ovaie, mi ha detto che prima di venire in ospedale era andata da un medico omeopata e che si era curata con l’omeopatia per due o tre anni. In questo lasso di tempo le cisti ovariche sono diventate enormi. Solo quando ha avvertito disturbi seri si è convinta a lasciare l’omeopatia e a chiedere aiuto al pronto soccorso. Questo è un caso eclatante, ma i medici vedono episodi simili quasi ogni giorno»


Morire di otite? Con l'omeopatia si può

Massimiliano Mecozzi
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"Pronto, mi sente? Allora voi dovete fare una semplice terapia domiciliare al bimbo, d'accordo?"
Così l'omeopata Massimiliano Mecozzi, stizzito, si rivolge a Mirko Volpi, medico del pronto soccorso dell'ospedale di Cagli.
"Non se ne parla nemmeno - è la risposta secca del dottor Volpi - il bambino è da codice rosso, c'è una grave situazione neurologica in corso, ora lo portiamo in ospedale..."
Il dottor Mecozzi si è ostinato a "curare" l'otite da cui era affetto il piccolo Francesco Bonifazi, 7 anni, con rimedi omeopatici, fino al sopraggiungere della morte per ascesso cerebrale. Ad aggravare la posizione del medico si aggiungono le diagnosi telefoniche e la mancata prescrizione della terapia antibiotica, anche di fronte all'evidenza dell'aggravarsi delle condizioni del bambino, nella convinzione che la terapia omeopatica avesse una validità superiore a quella tradizionale, violando le indicazioni dei protocolli medici. L'articolo 15 del codice deontologico parla chiaro:
«Il medico può prescrivere e adottare sotto la sua diretta responsabilità sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali nel rispetto e decoro della dignità della professione. Il medico non deve sottrarre la persona assistita ai trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia»
Il piccolo Francesco è arrivato in condizioni disperate all'ospedale Salesi di Ancona il 23 maggio dopo 15 giorni di otite curata con soli rimedi omeopatici. Dopo quattro giorni di agonia e dopo un ultimo, disperato, tentativo di rimuovere il pus che gli aveva già infettato il cervello, è spirato.
Dopo il tragico episodio il dott. Mecozzi ha ricevuto la visita de Le Iene: un inviato con telecamera nascosta ha ottenuto un appuntamento spacciandosi per un paziente con problemi alla gola. Il dottor Mecozzi l'ha accolto nel proprio studio sottoponendolo ad una sorta di seduta psicoanalitica con una pletora di domande relative alla vita, al lavoro, alle amicizie e alla famiglia del "paziente" perché - a dire del medico - la causa del mal di gola era da ricercarsi tra i suoi legami affettivi. Hamer docebat...
Concluso l'incontro col "paziente" Mecozzi ha dovuto subire l'incursione da parte di Nadia Toffa che ha iniziato a fare delle domande; il medico non ha trovato di meglio da fare che barricarsi nello studio e richiedere l'intervento dei Carabinieri, i quali hanno allontanato la giornalista dopo aver identificato lei e la troupe.
Il video è disponibile qui: [https://goo.gl/rtr5gN]

"Santa Germana", l'omeopata hameriana

«Ciao Germana, ti mando un aggiornamento: il neo non migliora. E' ancora più gonfio, sanguina, ha un cattivo odore, mi fa male ed è sempre più brutto».
«Cosa stai prendendo come rimedio omeopatico? Ci vediamo presto, intanto tu lavora sul perdono e cerca di incontrare il tuo ex»
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Radiazione dall'Albo e due anni e mezzo di carcere per Germana Durando ("Santa Germana", come la chiamano i suoi pazienti), pena capitale per Marina Lallo, la paziente che ha avuto la disgrazia di affidarsi alle sue cure.
Marina Lallo è morta nel 2015, all'età di 54 anni, dopo aver tentato senza successo un intervento chirurgico, quando la sua condizione era ormai disperata. Grazie all'esposto del fratello della vittima, Rudy, medico, la dottoressa Durando è stata processata e condannata nell'aprile dello scorso anno a due anni e sei mesi di reclusione per l'omicidio colposo della paziente.
Nell'aprile di quest'anno la vicenda ha avuto un ulteriore risvolto, infatti è indagata per concorso in omicidio colposo la dottoressa Maria Gloria Alcover Lillo, omeopata di fama internazionale nonché mèntore della dottoressa Durando; la dottoressa Alcover Lillo sarebbe infatti colei la quale avrebbe consigliato all'allieva la linea "terapeutica" da seguire per la cura del melanoma di Marina Lallo e l'avrebbe anche visitata personalmente in due occasioni.

Tredici giorni senza insulina


Marjorie Randolph (Maya)
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La protagonista di questa vicenda non era un medico, bensì uno di quei personaggi che popolano il fitto sottobosco fatto di patacche new-age, esoterismo e improbabili terapie che, in barba alle leggi vigenti, agiscono pressoché indisturbati fino a quando, come in questo caso, ci scappa il morto.
Clara Palomba
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Clara Palomba era una ragazzina forte e piena di vita, amava lo sport, la musica, le uscite con le amiche. È morta all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze a 16 anni appena compiuti, il 14 maggio 2008, dopo un giorno e mezzo di agonia. Era entrata in coma a causa di una cura completamente sbagliata prescritta da una sedicente omeopata, in realtà una fattucchiera, di origini statunitensi ma da tempo residente ad Udine, che le ha sospeso l'insulina.
Dopo una denuncia presentata dall'ospedale alla Procura fiorentina, Marjorie Randolph (in arte Maya) è stata arrestata ed è morta nel gennaio 2009 per un'ulcera gastrica "curata" con le sue stesse puttanate (per tener fede al sottotitolo di questo blog), prima di finire sotto processo.
I genitori di Clara, Dario Palomba e Elisabetta Ontanetti sono stati condannati per omicidio colposo aggravato rispettivamente a tre anni e sei mesi e a due anni di reclusione; il pm aveva chiesto condanne a 22 anni e a 14 anni e sei mesi per omicidio volontario.

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